出版社:Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita
摘要:Nel percorso istituzionale per il riconoscimento del diritto d’asilo, la narrazione diviene, secondo le vigenti normative in materia, l’elemento da vagliare per stabilire l’accesso alla protezione internazionale. Con questo contributo si vuole articolare una riflessione rispetto alle varie declinazioni assunte dalla narrazione all’interno di questo processo istituzionale. Intrecciando dati di tipo clinico ed etnografico, provenienti dalle principali tappe attraversate dagli stranieri imbricati in questo iter, si intende mettere in luce come, nel sistema d’asilo, la narrazione acquisti la valenza di strumento finalizzato in primo luogo a controllare il passato degli applicanti, per poi co-produrre un soggetto aderente agli immaginari mediatici e legali dominanti. In questo contesto specifico, la cura delle ferite traumatiche, alla base di quelle che vengono riconosciute come narrazioni interrotte, emerge come questione giocata a sua volta su un doppio registro; l’aderenza a specifici regimi di “governance terapeutica” e il controllo ulteriore di precisi eventi vissuti in passato dai richiedenti asilo.
其他摘要:In the institutional pathway for recognition of asylum right, the narrative becomes, according to current regulations, the element to be sieved in order to ascertain title to international protection. The aim of this essay is analyzing the various declensions assumed by the narrative in this institutional process. Weaving together clinical and ethnographic data, drawn from the main phases that foreigners have to pass through in this event, I would like to highlight how, in the asylum system, the narrative takes the value of a tool directed, first of all at checking the applicant’s past, and second at co-producing a subject fitting to the media and legal dominant imaginary features. In this specific context, the treatment of traumatic injuries, recognized as basis of interrupted narratives, emerges as issue played in its turn on a double register: as adherence to specific schemes of "therapeutic governance" and as further control of specific events, experienced by asylum seekers in the past.