Guerre maschili/guerre femminili: corpi e corpus futuristi in azione/trasformazione.
Contarini, Silvia
Guerra e (disprezzo della) donna 9. Noi vogliamo glorificare la
guerra--sola igiene del mondo--il militarismo, il patriottismo, il gesto
distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo
della donna.
(Marinetti, "Fondazione" 11)
Nel famigerato punto 9 del manifesto di fondazione del futurismo
(1909), la lunga lista dei valori guerrieri che il nuovo movimento di
avanguardia intende propugnare si chiude bruscamente, in una sorta di
climax discendente, con l'affermazione del "disprezzo della
donna". Un'affermazione che di primo acchito puo apparire
incongrua rispetto a quanto precede; il nesso diventa logico se si
presta attenzione al "genere" dei valori in gioco: da un lato,
supposti attributi maschili quali forza, coraggio, ardire, conquista,
azione etc.; dall'altro, supposti attributi femminili, quali
sensibilita, tenerezza, sentimento, passivita. Le donne, pacifiste,
passatiste, conservatrici per natura, sono quindi antagoniste del
futurismo. Ulteriore conferma viene dal successivo manifesto
marinettiano, in cui le donne, come i vecchi e i malati, fanno parte del
gruppo di deboli che frenano l'avanzata guerriera dei futuristi:
Si, i nostri nervi esigono la guerra e disprezzano la donna, poiche
noi temiamo che le braccia supplici s'intreccino alle nostre
ginocchia, la mattina della partenza! ... Che mai pretendono le donne, i
sedentari, gl'invalidi, gli ammalati [...] noi preferiamo la morte
violenta e la glorifichiamo come la sola che sia degna dell'uomo.
(Marinetti, "Uccidiamo" 15)
La caratterizzazione di segno positivo per il maschile e negativo
per il femminile rimarra una costante del futurismo, nel cui ambito si
verificheranno invece, come vedremo, dei tentativi di dissociare il
gender dal sesso.
Non cessera neppure l'esaltazione della guerra, intendendosi
la guerra--igiene del mondo--oltre che in senso proprio, (1) anche in
senso figurato, come rigetto radicale di istituzioni, norme,
convenzioni, volonta di far tabula rasa del passato, ambizione al
cambiamento radicale. Per i futuristi, la guerra, unica ispirazione
dell'arte, mezzo per spazzare via vecchiume, e sinonimo di
progresso, energia, intelligenza, e soprattutto di "Azione!"
(Marinetti, "1915" 333).
Il bellicismo futurista e vastissimo tema. Interessa qui insistere
sulle correlazioni tra guerra al maschile e guerra al femminile, ossia
declinare il concetto di guerra in relazione/opposizione alla
questione della donna quale venne affrontata dai futuristi negli anni a
ridosso della Grande Guerra. Si ricordi che, nell' introdurre la
problematica nel periodo che corre dalla fondazione del futurismo alla
fine della prima guerra mondiale, Marinetti ebbe a spiegarsi, e quasi a
scusarsi, del "disprezzo" della donna ostentato nel manifesto
di cui sopra; lo fece in diverse occasioni, affermando di aver inteso
scalfire l'immagine della donna sentimentale, combattere il
romanticismo imperante. (2) Spiegazioni poco efficaci, visto che il
"disprezzo" resta ancora oggi per molti indelebile macchia di
misoginia, (3) come lo resto allora: nel 1919, volendo convincere le
donne ad aderire al futurismo politico, Settimelli intitola "Il
disprezzo della donna" un suo testo di propaganda, in cui prende
posizione a favore dell'uguaglianza e del femminismo.
L'esordio di questo testo e emblematico anche di una interessante
evoluzione: a dieci anni di distanza dalla fondazione del movimento, la
guerra e la donna non sono piu antitetiche:
La guerra ha dato la sensazione delle capacita femminili rispetto
alla nazione. E sara per la guerra che potra costituirsi in Italia un
femminismo vasto e ben organizzato. Noi futuristi, nemici di tutte le
prigioni, siamo propugnatori della uguaglianza di diritti per gli uomini
e le donne.
(Settimelli 1)
Insomma, nel decennio che va dagli esordi alla fine degli anni
Dieci, ossia nel periodo in cui i futuristi si confrontano con la
transizione dalla guerra ideale alla guerra reale, il binomio
guerra-donna, al di la delle provocazioni che costellano i testi
futuristi, al di la delle polemiche e delle contraddizioni, si configura
come un elemento costitutivo. Diversamente articolato, il binomio
guerra-donna, non solo struttura la riflessione
ideologico-teorico-programmatica, ma alimenta anche l'immaginario,
in quanto opposizione dialettica e interazione tra i generi sessuali e
in quanto affermazione di nuovi valori a fondamento della donna nuova,
la donna del futuro, compagna del futurista valoroso guerriero.
Questo l'oggetto del presente studio.
Donne guerriere?
Partiamo dal "Manifesto della donna futurista" di
Valentine de Saint-Point, francese e unica donna ad aver aderito al
movimento d'avanguardia negli anni d'ante-guerra. Il
manifesto, presentato come risposta al discusso "disprezzo"
del manifesto marinettiano, ebbe probabilmente l'avvallo del
fondatore del futurismo, che glielo pubblico, come le pubblichera in
seguito il "Manifesto futurista della lussuria" e manterra con
lei ottimi rapporti anche a impegno futurista ormai esaurito. (4)
Il "Manifesto della donna futurista" risulta
essenzialmente in linea con i precetti futuristi, pur introducendo
riflessioni originali sulla questione di genere. Afferma per esempio de
Saint-Point che e assurdo dividere l'umanita in donne e uomini
perche essa e composta di femminile e maschile, principi che si
assemblano in ogni individuo; il problema e la rottura del necessario
equilibrio tra i due principi in tempi in cui il maschile (spirito
guerriero) e sovrastato dal femminile (sogni di pace e diniego
dell'istinto eroico): "Cio che piu manca alle donne come agli
uomini e la virilita. Ecco perche il futurismo, pur con tutte le sue
esagerazioni, ha ragione" (pagina?). Percio Valentine de
Saint-Point incita le donne a virilizzarsi e, con toni grandiloquenti,
propone loro modelli di donne guerriere "che combattono con piu
ferocia dei maschi" (Erinni, Amazzoni, Giovanna d'Arco etc.),
o di eroiche madri (Caterina Sforza) che non piangono i figli morti in
guerra, ma li incoraggiano all'eroismo. Il successivo Manifesto
futurista della lussuria mantiene toni guerreschi e infervorati.
Tuttavia, in altri testi dello stesso periodo, anche se non
inquadrati nel futurismo, quali "La Femme dans la litterature
italienne" (1911) o "Le Theatre de la femme" (1913), (5)
ambedue della stessa scrittrice, sono del tutto assenti i temi e gli
accenti guerriero-futuristi, benche de Saint-Point persegua la ricerca
della donna nuova, il superamento di modelli femminili convenzionali e
inneggi anche all'energia e alla lussuria. Senza rivolgersi al
glorioso passato per trovare modelli femminili eroici, la francese cerca
di costruirli ex-novo, incoraggiando le altre donne a scrivere, creare,
inventare: la donna del futuro sara quella che le donne avranno
immaginato. Valentine de Saint-Point immagina una donna artista, al
contempo femminile e maschile, appartenente a una sorta di terzo sesso.
Questa sua riflessione si sviluppa nei primi anni Dieci, quando la
guerra non e ancora scoppiata. Quando scoppiera, Valentine de
Saint-Point, che non intende fare ne la guerriera ne l'infermiera,
parte per gli Stati Uniti.
Corpus e corpi erotici e guerrieri
Sempre a guerra non ancora scoppiata, il futurista Paolo Buzzi
pubblica un curioso libro che tratta di guerra e di donne:
L'Ellisse e la spirale, film + parole in liberta. In questo testo
di fantascienza si racconta una immaginaria ma cruenta guerra tra i
sessi, uomini contro donne, che si risolve nella vittoria degli uomini e
nel massacro di tutte le donne, meno una. La guerra tra i sessi si
svolgera in un futuro lontano nel Regno di Naxar. (6) La guerra tra gli
uomini divampa su terra.
Per i futuristi, la Grande Guerra rappresenta un importante momento
di verifica. Marinetti aveva avuto un primo approccio bellico indiretto
durante le conquiste coloniali, ma la conflagrazione mondiale impone a
lui e agli altri futuristi di confrontare alla realta programmi e
proclami guerrafondai: non piu topos e metafora, la guerra e esperienza
galvanizzante vissuta in prima persona. Con conseguenze, vedremo, anche
sui rapporti con le donne e sulla concezione della donna.
Molti futuristi partono per il fronte, volontari o meno. In loro
assenza, si affacciano sulla scena le donne, in certi casi riprendendone
posti e responsabilita. La pattuglia femminile si fa piu consistente e
soprattutto visibile (Salaris, Le Futuriste 55-124), non solo perche le
artiste futuriste pubblicano, ma perche gli uomini, non a caso negli
anni in cui il conflitto bellico si accentua, si mettono a discutere
della questione femminile, e in modo assai aggressivo. Il binomio
guerra-donna prende la forma di una esacerbata conflittualita
uomo/donna. Gli scambi polemici accolti regolarmente sulle colonne della
rivista L'Italia futurista tra giugno 1916 e dicembre 1917
(Contarini, La Femme 204-14), esprimono malcelati sentimenti di astio e
di timore nei confronti delle donne, per diverse ragioni: gelosia e
desiderio sessuale, perche le donne rimaste a casa sono senza controllo
e gli uomini al fronte sono esasperati dalla privazione; rancore, perche
le donne non affrontano i pericoli e in loro assenza si stanno
emancipando. Si rimprovera alle donne di non amare abbastanza i
mutilati, di piangere i loro cari invece di incoraggiarli, di non essere
al fronte ("Equilibriamo cosi lo sforzo dei due sessi! Tutte le
responsabilita, tutti i pericoli, tutte le ferite anche a voi, Donne
italiane"; Marinetti, "Donne" 1), o semplicemente di
essere stupide ("L'unico grande dannosissimo difetto della
donna e di essere immensamente stupida"; Morosello 3).
In correlazione all'intensificarsi della conflittualita
uomo/donna va messa la proliferazione dei temi erotico-sessuali nel
corpus letterario futurista, i quali offrono una nuova variante del
binomio guerra-sesso (intendasi sesso femminile: la parte per il tutto);
citiamo come esempi, ma ce ne sono altri, L'Isola dei baci. Romanzo
erotico-sociale di Corra e Marinetti, o il manuale marinettiano Come si
seducono le donne. (7) La donna e una preda dell'uomo sempre in
agguato, spesso ridotta a "vulva", ricettacolo dello
scatenarsi di pulsioni sessuali; l'atto sessuale e azione seriale,
multipla, disimpegnata.
La donna e anche riposo o ricompensa del guerriero.
L'esasperazione della metafora guerra-sesso, nonche le accentuate forme di pansessualita (tutto assume carattere sessuale, azioni,
paesaggi, oggetti), sono particolarmente evidenti nei due testi
marinettiani incentrati sull'esperienza di guerra, 8 anime in una
bomba. Romanzo esplosivo, e L'alcova d'acciaio, fiction di
ispirazione autobiografica. In questi testi la guerra e vissuta come
"grande festa", apice dell'erotismo (Isnenghi 179-81).
Le 8 anime che compongono la bomba umana Marinetti amalgamano amore
e lotta, mescolano rapporti sessuali reali, onirici e onanistici. Il
desiderio incontenibile del soldato si esprime in continue metafore
dell'atto di guerra come atto sessuale:
Ammucchiate, ammucchiate, miei ardenti cannoni da campagna [...] i
vostri shrapnels che s'allungano di desiderio e sembrano gonfi di
tutto il sangue che scende giu dal cervello dell'Italia! Volete, lo
so, il dilaniamento radioso e lo schianto del piacere nel
buio-notte-attesa della carne nemica! [...] Quanto fragorosi i vostri
amori! Quanto chiasso nel vasto letto.
(850)
L'analogia guerra (tecnologica)-sesso (meccanico) sta a
fondamento dell'Alcova d'acciaio. L'alcova d'acciaio
e il carro armato gineforme di Marinetti, la sua nuova
"amante" (52): il motore e le forme possiedono la bellezza
eccitante delle curve femminili. L'alcova d'acciaio e anche la
sua arma, il prolungamento della sua potenza. Marinetti, come gli altri
soldati, instaura con le armi, in particolare con le mitragliatrici, un
corpo a corpo gaudente, erotico e guerriero, un rapporto di fusione.
Sono gli euforici ultimi mesi del conflitto (giugno-novembre 1918). Alle
accanite battaglie si alternano permessi, piu o meno lunghi, spesi in
incontri erotico-sessuali. Si succedono le avventure o i racconti di
avventure (o di rapidi accoppiamenti), con amanti, fisse o occasionali,
con prostitute, con qualsiasi donna. Ne sono protagonisti Marinetti e
tutti gli altri militari, accomunati nel virilismo e
nell'eroismo-erotismo perpetuo, nell'affabulazione che
raddoppia l'effetto erotico, quasi fossero un unico maschio
perpetuamente in azione/erezione di conquista e battaglia
(bellica/sessuale). La donna, sempre disponibile al coito, e compagna
complementare dell'invincibile guerriero sempre traboccante di
energie sessuali. La donna, come l'uomo, ama il sesso e la guerra,
la guerra e il sesso; cosi, nello "spasimo", una delle tante
amanti di Marinetti urla "Amore! Amore! ... Amore! Viva la guerra!
Viva la guerraaa! ... Viva la guerraaaa! ..." (130).
L'uomo, "non umano e meccanico", metallico nel corpo
e nelle emozioni, fuso con il materiale bellico, potenziato dalla
tecnologia, liberato dal sentimentalismo, porta a compimento la
trasformazione tanto auspicata da Marinetti ("L'uomo
moltiplicato" 299-301) e meccanizza un atto finalizzato alla pura
soddisfazione del desiderio. Nelle prime pagine dell'Alcova
d'acciaio, la descrizione di un bordello da il tono:
"Meccanizzazione dell'amore. Sento la casa vibrare di un
meccanico stantuffare d'istinti rudi denudati di ogni civilta.
Instancabili donne-motori" (9).
Corpi e anime di donna
Ma la donna e davvero cosi "instancabile motore",
disponibile al coito meccanico e ininterrotto, entusiasta della guerra?
Mentre la guerra infuria sul fronte, e nel mondo maschile e militare si
accentuano gli antagonismi e i caratteri di cui sopra, il mondo in
civile subisce anch'esso sconvolgimenti, quasi
a conferma del principio "igienico" della guerra
propugnato dai futuristi. Le trasformazioni socio-culturali concernono
anche la condizione femminile; grazie alla guerra, si fa strada la
convinzione che l'emancipazione delle donne sia irreversibile. Si e
visto l'incoraggiamento di Settimelli alle donne; ricorda al
proposito la storica Francoise Thebaud:
L'idea che la grande guerra abbia profondamente trasformato il
rapporto tra i sessi, ed emancipato le donne in misura molto maggiore
dei precedenti anni, o persino secoli, di lotte, e assai diffusa durante
e dopo il conflitto. E questo un luogo comune della letteratura e della
politica.
(25)
All'opportunita di emancipazione e liberazione offerta dalla
guerra crede fermamente anche la futurista Rosa Rosa, come esprime in
due importanti articoli pubblicati nel 1917 su "L'Italia
futurista":
Milioni di donne hanno assunto al posto di uomini lavori che fin
ora si credeva che solo uomini potessero eseguire [...]. Guardate dunque
quale importanza si riconosce loro apertamente, superano di molto tutto
cio che le femministe potevano sperare [...]. Dopo la guerra, quando
milioni di uomini ritorneranno presso le loro compagne che hanno
lasciate deboli come bimbe [...] troveranno in queste donne non la
passione delle bambole vanitose ma quella di compagne temprate dalla
grandiosita del tempo.
("Le donne del posdomani [I]" 2)
Siamo alla vigilia di rivoluzionamenti non solo psicologici sociali
geografici, ma anche su la soglia di profonde metamorfosi psicologiche,
sessuali, erotiche.
("Risposta" 2)
Profondamente convinta che grazie alla guerra le donne stiano
attraversando una fase di mutazione e che i rapporti tra i sessi stiano
subendo inevitabili rivolgimenti (che non fanno piacere agli uomini;
"Le donne del posdomani [II]" 2), Rosa cerca di delineare i
tratti della donna nuova, insistendo sull'autonomia sentimentale,
sessuale e economica. Tuttavia, come gia Valentine de Saint-Point, il
suo modello ideale sono le donne coraggiose e forti (ma non guerriere...
) che evolvono verso un tipo superiore maschile, per finalmente
"diventare uomini" ("Le donne del posdomani [II]"
2). Le donne non hanno necessariamente attributi di genere femminile.
Le fasi dell'evoluzione sono immaginate nel romanzo Una donna
con tre anime, di chiaro intento programmatico. Sparisce qui ogni
accenno alla guerra, ed e un altro avvenimento esterno a permettere la
trasformazione della donna. Rosa racconta la metamorfosi di una
casalinga polverosa che grazie a un inspiegabile fenomeno chimico
trasgredisce convenzioni, si libera di inibizioni (sessuali), acquisisce
un carattere deciso e facolta intellettuali (maschili) e si trasforma
infine in un(')artista che riunisce in se attributi e qualita dei
due generi. Lontana dai toni militareschi e dagli appelli
all'eroismo, Rosa propone una visione che riecheggia quella di
Valentine de Saint-Point, e come questa non ha nessun impatto sui
futuristi. E pur vero che la sua adesione al movimento
d'avanguardia e breve parentesi. (8)
Un ventre di donna: diario di guerra al femminile
L'emblema della guerra al femminile e un altro romanzo, coevo,
Un ventre di donna: romanzo chirurgico. Sebbene in copertina figurino
due autori, Marinetti e Enif Robert, la maggior parte dei testi sono a
opera di Robert, che vi inframmezza alcune lettere di Marinetti, il
quale comunque "approva incondizionatamente", come si legge in
calce all'introduzione "Coraggio + Verita" a firma di
Robert (XIII). L'opera, non ancora oggetto di ristampa, meriterebbe
specifico studio, anche se alcuni recenti saggi si soffermano sulla
modernita formale e tematica, in particolare sulla scia degli studi
femminili e della rivalutazione dell'apporto delle donne al
futurismo.
Enif Robert transito fugacemente nel futurismo in un periodo
coincidente con gli ultimi anni di guerra, anni durante i quali
intrattenne una corrispondenza con Marinetti al fronte e fu colpita da
grave malattia all'apparato genitale che, tra degenze
post-operatorie e convalescenze, duro quasi due anni. Marinetti e Robert
si confrontano entrambi quotidianamente con il pericolo e la morte,
entrambi si vogliono coraggiosi e forti, cercano di vincere davanti al
nemico. Un ventre di donna mette in parallelo la malattia dell'una
con la guerra dell'altro, le battaglie private e intime con le
battaglie pubbliche e collettive. Come scrive Marinetti a Robert:
"Cara amica, avete torto di temere il ritorno dei 40 gradi di
febbre. Bisogna acclimatarsi al pericolo. In fondo, io sono nella stessa
vostra situazione. Voi inchiodata in un letto; io in una trincea
fangosa" (171).
Certo, questo romanzo si presta a una lettura autobiografica
(Meazzi): i protagonisti si chiamano come gli autori, e molti fatti
storici e personali sono realmente accaduti. Si impone tuttavia,
quantomeno nel nostro caso, una lettura metaforica (metafore di guerra,
per l'esattezza), legittimata sia dalla terminologia e dai
simbolismi ricorrenti (si pensi solo ai titoli dei capitoli: "5. Un
ventre lanciato all'assalto", p. 39, "7. Aspettando una
nuova offensiva", p. 91, "12. Dal ventre al fronte" p.
167, "14. Dialogo tra due trincee", p. 193, "Lotta di
ventri femminili", p 197), sia dalla struttura letteraria composita
(alternanza di generi, inserzione di materiali non narrativi come le
tavole parolibere, o di pezzi dai toni lirici, onirici, fantastici,
ideologici). Molto interessante al proposito l'analisi di Zecchi
sull'evoluzione del genere narrativo (505-18); in effetti, da un
testo iniziale diaristico della sola Robert (genere femminile per
eccellenza) si passa al genere epistolare (corrispondenza con Marinetti)
e infine alla fiction, con transizione a un narratore in terza persona.
Evoluzione che accompagna quella del gender, ossia l'emancipazione
della protagonista, che da donna convenzionale (femminile) si trasforma
in artista (maschile).
Proprio questo e il tema di Un ventre di donna: la metamorfosi di
una donna in tempo di guerra e grazie alla guerra. Si precisi ancora,
per meglio contestualizzare, che il libro viene scritto in pieno
dibattito sulla donna futurista, cui fa esplicito riferimento. Insomma,
tutto indica, compresa l'introduzione, (9) che Robert scriva la
storia di una donna che vuole superare la propria condizione femminile
(femminilita uterina ammalata) per approdare a una condizione superiore.
Il procedimento di trasformazione e assimilato a una lunga guerra che la
donna combatte con il mondo esterno e istituzionale (viene presa di mira
la scienza) ma anche con se stessa. Il suo ventre di donna e ferito, e
non guarisce! Per oltre meta del libro, si raccontano in dettaglio le
inutili cure e operazioni cui e sottoposta. Davanti al fallimento della
medicina, la protagonista capisce che diversa sara la cura che la
salvera dalla morte.
A questo punto, interviene Marinetti che dal fronte le scrive:
"Sono convinto che se fossi vicino a voi saprei guarirvi. Non
scherzo. Ho un metodo sicuro. Ascoltate: Teoria: La salute e la somma di
tutti i desideri-forze che ci tengono legati alla vita" (121). La
protagonista, applicando la "cura del desiderio", scopre che
il suo desiderio piu forte e "diventare ... una scrittrice
futurista": eccola scrivere le parole in liberta "Sensazioni
chirurgiche" (134). Marinetti si congratula e le manda il
"Manuale terapeutico del desiderioimmaginazione" (161).
Robert, per seguire la cura che ritiene "miracolosa", si
lancia nell'immaginazione sbrigliata: vede cadaveri di soldati
austriaci e si sente anch'essa "nell'Isonzo, la sera di
una vittoria italiana", poi vede un bellissimo alpino evirato ed
elogia la "virilita italiana"; ma la febbre resta a 39 (169)
Marinetti risponde con un "infiammante" racconto di guerra,
descrizione di un violento attacco austriaco che fa salire la febbre in
trincea (nel testo parolibero si "vede" la febbre salire da 38
a 40), e cosi conclude:
In questo momento, cara amica, FEBBRE A 40. Non il terrore di
morire, ma l'angoscia davanti alla possibilita di essere fatto
prigioniero [...]. Vi auguro di vincere, nella vostra bianca trincea.
(178)
Gli incoraggiamenti marinettiani, la cura del desiderio, pero, non
hanno gli effetti sperati: la malata non guarisce. Siamo quasi alla fine
del libro, e la protagonista si sfoga: "Vorrei alzarmi, andare in
guerra, in trincea, sparare, uccidermi, finirla" (192).
L'analogia non basta, deve andare in guerra contro "il germe
nemico" che si nasconde nel "complicato ammasso
organico", contro "il mostro nero" che la ferisce (204).
Qui si chiude il racconto in prima persona della malata Enif Robert
(puntini di sospensione alla fine del capitolo 15), per lasciar spazio a
uno strano ultimo capitolo, qualche paginetta sulla storia della
principessa de Ruderis, anch'essa affetta da un misterioso male al
ventre che la scienza non sa guarire. Vuole farsi operare, ma il vecchio
principe suo marito e contrario. Un valoroso ardito futurista pugnala il
principe. La scena finale e da antologia futurista: la donna, liberata
dal vecchio "rudere" passatista, puo farsi liberare dalla
malattia al ventre. Immediatamente, acquisisce forza, coraggio e
"follia"; "nuda, energica e risoluta" si affaccia
sul balcone, sotto gli applausi dei soldati (218).
Questo finale, cosi diverso dal resto del romanzo, offre una chiave
di lettura dell'insieme: se la malattia e allegorica, la guarigione
lo e altrettanto. La protagonista Enif Robert, a differenza della
principessa, benche il suo miglioramento vada di pari passo con la
perdita delle funzioni e degli attributi femminili e con
l'acquisizione di capacita artistiche, non compie fino in fondo la
guarigione/trasformazione necessaria. Con riuscita mise en abime, Enif
Robert --l'autrice e la protagonista--si affida allora a un
personaggio immaginario, la principessa, al quale viene attribuito il
suo stesso male e la sua sfiducia nella scienza, ma che, a differenza
sua, trova la via della liberazione.
Taccuini: diario di guerra al maschile
La guerra che combattono le donne, si e visto, e essenzialmente un
complesso e difficoltoso procedimento di trasformazione, il cui
traguardo e un cambiamento radicale del loro essere donna, un traguardo
da raggiungere lottando contro il negativo del se femminile, nel corpo e
nella mente. Tutte le donne futuriste rifiutano gli attributi
tradizionalmente femminili (dolcezza, sentimento, subordinazione,
passivita, pacifismo, etc.), il ruolo sociale e le convenzioni che le
relegano a mogli e madri in spazi privati, nonche le funzioni
fisiologiche femminili (tota mulier in utero). Nella loro scala dei
valori troneggia la virilita, attributo maschile che pero anche le donne
possono possedere. Contrariamente al famoso detto di Scipio Sighele,
"la maternita e il vero patriottismo delle donne" (VIII), le
donne futuriste, pur inneggiando ai valorosi soldati, si concentrano
sulla guerra nuova di cui sono protagoniste.
La guerra maschile e invece essenzialmente azione e affermazione
delle prerogative maschili e virili, forza, conquista, coraggio, nonche
erotismo. Nel romanzo Un ventre di donna vengono messe a confronto una
doppia parola, una doppia esperienza e una doppia visione della guerra,
al femminile e al maschile. Ma se la visione femminile, piu precisamente
la visione della donna futurista, si delinea nettamente, la visione
maschile (dell'uomo futurista) resta offuscata: le poche lettere di
Marinetti esprimono sopratutto concetti futuristi, come volonta e
ottimismo, riducendosi per lo piu a vibranti incoraggiamenti (senza
effetto ...) o a una messa in scena letteraria della guerra.
Per farsi un'idea piu esatta della guerra marinettiana,
riassumibile nell'assioma eroismo/erotismo, si leggano i suoi
Taccuini (1915-1921), appunti presi sul vivo, che presentano quindi
minore distanzia e minore transfigurazione di quanto accada nei testi
letterari. Le scene di vita quotidiana, alcune delle quali figurano
anche nei citati romanzi, sono raccontate qui col crudo naturalismo
della testimonianza in presa diretta, ma secondo principi di sintesi e
analogia esposti nei manifesti futuristi letterari; a giusto titolo,
Ezio Raimondi, al cui eccellente saggio non si puo che rimandare, vede
nei Taccuini anche un "montaggio analogico" di immagini e
sensazioni (XLVI). Una parte del saggio, del resto, analizza proprio la
correlazione tra guerra e sessualita (e violenza) che impregna i
Taccuini: "Pornografia, sessualita, voyerismo vengono allo scoperto
con la violenza del fatto nudo e immediato [...] agone triviale del
sesso e delle sue pulsioni moltiplicate dall'artificio" (XLI).
Nella vita militare di Marinetti, la questione femminile, piu
esattamente la questione sessuale, assume un'importanza
rimarchevole, al punto che Marinetti chiama "problema" il
proprio organo sessuale e Cazza la propria cagnetta, di cui peraltro
descrive gli accoppiamenti. Marinetti e gli altri soldati non fanno che
pensare alle donne, parlare di donne, fantasmare di donne, scrivere alle
donne. E ovviamente, approfittano di ogni minima occasione per passare
all'atto: con le giovani contadine, le amanti fisse o occasionali,
e soprattutto le prostitute. Le scene al bordello sono descritte in modo
particolarmente crudo e volgare; spesso, si tratta di scene di gruppo,
che vedono protagonisti soldati (ubriachi ...), i quali assistono
collettivamente a spettacoli saffico-pornografici inscenati per loro
dalle prostitute, o consumano uno dopo l'altro, a turno, le
prestazioni sessuali (si vedano, per esempio, alle date del 28, 29 e 30
marzo 1918, le scene al bordello di Thiene, pp. 212-17). L'inno di
Mameli si alterna a canzoni goliardiche (214), patriottismo e sfogo
sessuale si conciliano perfettamente. Nel confronto brutale con la
realta della guerra, nell'azione bellica e nell'attesa
dell'azione, il corpo sessuato (sensazioni, pulsioni, desideri,
attivita) e in primo piano, un corpo che--si sa--il futurismo sogna
metallico moltiplicato smontabile e ricambiabile, ma che nella guerra al
quotidiano e carne e sangue, istinti primitivi e soddisfazione di bassi bisogni.
Fallimento della guerra futurista, maschile e femminile
Nulla di nuovo in tutto cio, si direbbe. Ma si constati che la
guerra, anche quella futurista, lungi dal mettere in causa i caratteri
del maschile, esalta il piu becero e trito virilismo.
In altri termini, il futurismo, ch'eppure si vuole movimento
di rigetto radicale (pars destruens) e di ricostruzione futurista
dell'universo (pars construens) in tutti i suoi aspetti, su due
aspetti come la guerra e il gender, fondamentali sul piano
politico-ideologico e socio-culturale, non decostruisce e non
costruisce, per usare una terminologia piu attuale, non performa, ma
conserva e anzi radicalizza valori virili e guerrieri vieti e
convenzionali, glorificando l'associazione tra azione bellica e
azione erotica.
In contrapposizione con tali valori comuni agli uomini futuristi,
le donne futuriste tentano di decostruire e tentano di ricostruire, non
condividendo il punto di vista maschile ne sulla guerra ne sulla donna,
ma scontrandosi tuttavia con i limiti di una trasformazione della donna
troppo sbilanciata verso valori essenzialmente maschili, positivi per
definizione e difficili da rimettere in causa in tempi di patriottismo
virilismo esaltato.
Contro il luogo comune che vede nella guerra il motore di profondi
cambiamenti, compreso nel rapporto tra i generi, si puo condividere la
conclusione di Francoise Thebaud: "Preferisco sottolineare, al di
la del ruolo essenziale del genere nei sistemi bellici, il carattere
profondamente conservatore della guerra in materia di rapporto tra i
sessi" (83). (10)
Nel breve periodo pre-bellico e bellico, le donne futuriste
iniziarono una riflessione sulla necessaria metamorfosi della donna, nel
corpo e nella mente, illudendosi che il futurismo avrebbe saputo
accogliere la loro guerra. Cosi non fu.
Universita Paris Ouest Nanterre La Defense
Opere citate
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(1) Sui futuristi e la Grande Guerra, si rimanda al classico di
Isnenghi, Il mito della grande guerra, in particolare alle pp. 25-35 e
179-83 che riguardano Marinetti, alle pp. 87-112 che riguardano Lacerba
e piu in generale al confronto tra letterati e intellettuali e la
guerra, poiche il bellicismo futurista va situato in tale contesto per
essere correttamente analizzato. Per il dibattito
sull'interventismo, si rimanda invece a Volpe.
(2) Citiamo qui almeno uno dei testi piu significativi,
"Contro l'amore e il parlamentarismo", che figura in
versione francese piu ridotta nel volume Le Futurisme (1910), poi
pubblicato in versione italiana aumentata in Guerra sola igiene del
mondo (1915) e ripubblicato nell'Italia Futurista nel 1917. Il
manifesto comincia cosi: "Quest'odio, appunto, contro la
tirannia dell'amore, noi esprimemmo con una fra se laconica:
'il disprezzo della donna'. Noi disprezziamo la donna,
concepita come unico ideale, divino serbatoio d'amore, la donna
veleno, la donna ninnolo tragico, la donna fragile, ossessionante e
fatale" (292). Simona Cigliana (10-14) ritiene, giustamente, che
spiegazioni e precisazioni dei futuristi non siano molto convincenti,
non compensino l'effetto negativo delle parole e scoraggino
l'adesione delle donne, quantomeno agli albori del movimento.
(3) E utile ricordare, come fa Lucia Re ("Futurism and
Fascism" 191), che la misoginia, a quei tempi, non era certo
appannaggio dei soli futuristi. Di avviso contrario Anna Nozzoli, che
considera il movimento "misogino per eccellenza" (41).
(4) Benche l'adesione futurista di Valentine de Saint-Point
sia stata di durata limitata, non si possono considerate i suoi
manifesti "anti-marinettiani". La scrittrice francese in
effetti conosceva e frequentava Marinetti anche prima della fondazione
del movimento di avanguardia, fu da lui pubblicata e poi inserita
nell' organigramma del movimento futurista (1914). Ritrovo
occasionalmente Marinetti nel 1938, in Egitto, senza che si manifestasse
il minimo astio (Contarini, La Femme futuriste 130-35 e 327;
"Valentine de Saint-Point" 293-99).
(5) "Le Theatre de la femme", nella versione originale
francese, e pubblicato nel volume Manifeste de la femme futuriste,
citato in bibliografia. Piu di recente (2005), e uscito un volumetto
intitolato anch'esso Manifeste de la femme futuriste, per i tipi
dell'editore parigino Mille et une nuits, a cura di J. P. Morel, il
quale raccoglie ugualmente i vari testi di de Saint-Point.
Quest'ultimo volume e stato pubblicato in italiano, nel 2006, dal
Melangolo. Una traduzione italiana di "Le Theatre de la
femme", a mia cura, preceduta da breve biografia, e pubblicata con
il titolo "Il teatro della donna" sulla rivista Ridotto 9
(1996): 4-7. Le versioni italiane dei due manifesti futuristi di
Valentine de Saint-Point sono rintracciabili in versione elettronica sul
sito Internet Archive:
http://www.archive.org/stream/imanifestidelfut00mariuoft/
imanifestidelfut00mariuoft_djvu.txt.
(6) Si noti che la possibilita di una guerra tra i sessi e
seriamente presa in considerazione da Marinetti nel manifesto
"Contro l'amore e il parlamentarismo" come conseguenza
inevitabile delle rivendicazioni delle suffragette: "Avremo,
inoltre, la guerra dei sessi, indubbiamente preparata dalle grandi
agglomerazioni delle capitali, dal nottambulismo e dalla
regolarizzazione del salario delle operaie. Degli umorismi misogini
sognano forse gia una notte di San Bartolomeo per le donne" (296)
(7) Toni piu licenziosi, libertini e parodistici caratterizzano la
produzione letteraria futurista anche negli anni dell'immediato
dopoguerra e nei primi anni Venti. Su questi romanzi "erotici e
sociali" si rimanda alla prefazione di Masi in Zig Zag (22) e al
saggio di Salaris, Alla festa della rivoluzione (177-79).
(8) Per un'analisi piu approfondita di Rosa e della sua
produzione, si rimanda a Re, "Scrittura"; a Salaris,
Introduzione a Rosa, Una donna con tre anime (7-29); e a Contarini, La
Femme (271-78).
(9) Introduzione che cosi comincia: "Non abbiamo ancora ben
compreso, mi sembra, cio che vuol dire 'DONNA
FUTURISTA'", e cosi finisce: "Facciamo che 'donna
futurista' voglia dire CORAGGIO + VERITA". Chiara allusione
critica, en passant, contro le "scrittrici azzurre" (XI-XV).
(10) Di altro avviso Lucia Re che ritiene che la grande guerra
abbia abbattuto le strutture, le convenzioni e le immagini attinenti al
genere ("Scrittura" 320)