摘要:Imprenditorialità e attivismo culturale nelle periferie brasiliane. Le profonde trasformazioni
accadute nella società brasiliana durante gli anni dei governi della coalizione guidata dal Partito
dei Lavoratori (tra il 2002 e il 2016) hanno affettato significativamente le periferie delle grandi
città. Nel testo descrivo alcuni aspetti di queste trasformazioni che riguardano in particolare
l’entrata massiccia del mercato, con la diffusione di progetti rivolti a promuovere
l’imprenditorialità, soprattutto tra i giovani. Se favelas e periferie sono sempre state considerate
territori della povertà, della mancanza di servizi, della violenza, negli ultimi anni un nuovo regime
discorsivo ha promosso l’immagine di questi luoghi come territori delle opportunità, celebrando
le capacità “naturalmente creative” e imprenditoriali delle popolazioni locali, e in particolare dei
giovani. A Rio de Janeiro, i governi hanno realizzato investimenti significativi rivolti a rilanciare
l’immagine della città come “città meravigliosa”, per attrarre turismo e investimenti
internazionali. Sono anni di crescita economica e proiezione internazionale del Brasile del
governo Lula. Anni in cui il Brasile viene scelto per ospitare le due più importanti competizioni
sportive internazionali: i Mondiali di calcio del 2014 e le Olimpiadi del 2015. Grandi investimenti
in infrastruttura, progetti di “riqualificazione urbana” ridisegnano la geografia delle grandi città.
In questo contesto, le periferie sono oggetto di interventi pubblici e privati rivolti a stimolare le
entrate del mercato e il diffondersi di “soggettività imprenditoriali”, riconoscendo alle
popolazioni locali la capacità di “sopravvivere alle avversità” grazie a capacità di innovazione,
creazione, resilienza. In particolare, il campo della cultura diventa un settore strategico, sia per
gli aspetti economici che politici. Nelle periferie si diffondono nuove figure di lavoratori: giovani
artisti e produttori culturali. Se da un lato la loro visibilità e il loro relativo successo permettono
di diffondere un’immagine più positiva delle periferie, dall’altro la capacità di intercettare queste
manifestazioni e attività culturali da parte del mercato riduce il potenziale politico di questa
affermazione. L’ampia diffusione di una retorica di celebrazione e stimolo al fare impresa
produce dei cambiamenti significativi nelle forme di lavoro dei giovani. Pur essendo lavori
precari, per i giovani lavorare nel settore della cultura ha significato poter realizzare attività
lavorative gratificanti, perseguire il loro sogno di autonomia e scappare al destino da sempre
riservato loro: diventare “soldati” nell’ambito del commercio di droghe o lavoratori sottopagati
(soprattutto nel settore della costruzione civile). I giovani neri, abitanti delle periferie sono anche
le vittime privilegiate di una “guerra alle droghe” che provoca ogni anni migliaia di morti. Per
molti giovani, fare musica, teatro, danza, scrivere poesie, organizzare attività artistiche e culturali
rappresenta una possibilità di lavoro e, allo stesso tempo, una forma di attivismo politico.
L’affermazione identitaria (di neri, donne, lgbt, abitanti delle periferie) è un componente
importante di questo attivismo, per uscire dalla riduzione al silenzio e dall’invisibilità alle quali
queste popolazioni sono state relegate. Resta da vedere come queste forme di attivismo e di lavoro
resisteranno all’onda conservatrice che travolge il paese, una congiuntura politica drammatica e
francamente reazionaria che si propone colpire soprattutto i settori della popolazione che hanno
osato sfidare i privilegi, il razzismo strutturale, la segregazione che da sempre caratterizzano la
società brasiliana, nel momento in cui programmi e politiche pubbliche di finanziamento, stimolo,
promozione saranno estinti.
其他摘要:Entrepreneurship and cultural activism in brazilian peripheries. Periferias, favelas, hills, areas of special interest, subnormal clusters, margins. There are several expressions used in Brazil to name regions of the city in order to demarcate their alterity in relation to the "centers". Place of the fault (of services, opportunities, public policies, State), of violence, of the "plundering" in opposition to the places of the city where the social life that matters. The peripheral regions have always been seen as places of "authenticity", of cultural richness, of the sonority of samba, of popular inventiveness, of struggle and resistance. In the last decade, this positive image has been fed by the diffusion and effervescence of artistic and cultural practices (hip hop, graffiti, sarahs, theater collectives, new dance styles, audiovisual production), as well as by a discursive regime aimed at celebrating "creative" abilities and the enterprising talents of its residents. In the context of neoliberal rationality, these supposedly "resilient" virtues became the model of "good practices". In the text, I propose to describe the peripheral cultural scene and its multiple assemblages, in the context of the profound transformations that occurred in Brazilian cities in the years of the governments of the Workers' Party. In particular argument about the emergence of a new figure of worker, the cultural entrepreneur activist and his "career would run," that is, the specific ways in which his work activities and militancy decline.
关键词:periphery; favelas; Brazil; entrepreneurial spirit; cultural production;suburban cultures;young people