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  • 标题:Empreendedorismo e ativismo cultural nas periferias brasileiras = Entrepreneurship and cultural activism in brazilian peripheries
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  • 作者:De Tommasi, Livia
  • 期刊名称:H-ermes. Journal of Communication
  • 印刷版ISSN:2284-0753
  • 电子版ISSN:2284-0753
  • 出版年度:2018
  • 卷号:2018
  • 期号:13
  • 页码:167-196
  • DOI:10.1285/i22840753n13p167
  • 出版社:Coordinamento SIBA - Università del Salento
  • 摘要:Imprenditorialità e attivismo culturale nelle periferie brasiliane. Le profonde trasformazioni accadute nella società brasiliana durante gli anni dei governi della coalizione guidata dal Partito dei Lavoratori (tra il 2002 e il 2016) hanno affettato significativamente le periferie delle grandi città. Nel testo descrivo alcuni aspetti di queste trasformazioni che riguardano in particolare l’entrata massiccia del mercato, con la diffusione di progetti rivolti a promuovere l’imprenditorialità, soprattutto tra i giovani. Se favelas e periferie sono sempre state considerate territori della povertà, della mancanza di servizi, della violenza, negli ultimi anni un nuovo regime discorsivo ha promosso l’immagine di questi luoghi come territori delle opportunità, celebrando le capacità “naturalmente creative” e imprenditoriali delle popolazioni locali, e in particolare dei giovani. A Rio de Janeiro, i governi hanno realizzato investimenti significativi rivolti a rilanciare l’immagine della città come “città meravigliosa”, per attrarre turismo e investimenti internazionali. Sono anni di crescita economica e proiezione internazionale del Brasile del governo Lula. Anni in cui il Brasile viene scelto per ospitare le due più importanti competizioni sportive internazionali: i Mondiali di calcio del 2014 e le Olimpiadi del 2015. Grandi investimenti in infrastruttura, progetti di “riqualificazione urbana” ridisegnano la geografia delle grandi città. In questo contesto, le periferie sono oggetto di interventi pubblici e privati rivolti a stimolare le entrate del mercato e il diffondersi di “soggettività imprenditoriali”, riconoscendo alle popolazioni locali la capacità di “sopravvivere alle avversità” grazie a capacità di innovazione, creazione, resilienza. In particolare, il campo della cultura diventa un settore strategico, sia per gli aspetti economici che politici. Nelle periferie si diffondono nuove figure di lavoratori: giovani artisti e produttori culturali. Se da un lato la loro visibilità e il loro relativo successo permettono di diffondere un’immagine più positiva delle periferie, dall’altro la capacità di intercettare queste manifestazioni e attività culturali da parte del mercato riduce il potenziale politico di questa affermazione. L’ampia diffusione di una retorica di celebrazione e stimolo al fare impresa produce dei cambiamenti significativi nelle forme di lavoro dei giovani. Pur essendo lavori precari, per i giovani lavorare nel settore della cultura ha significato poter realizzare attività lavorative gratificanti, perseguire il loro sogno di autonomia e scappare al destino da sempre riservato loro: diventare “soldati” nell’ambito del commercio di droghe o lavoratori sottopagati (soprattutto nel settore della costruzione civile). I giovani neri, abitanti delle periferie sono anche le vittime privilegiate di una “guerra alle droghe” che provoca ogni anni migliaia di morti. Per molti giovani, fare musica, teatro, danza, scrivere poesie, organizzare attività artistiche e culturali rappresenta una possibilità di lavoro e, allo stesso tempo, una forma di attivismo politico. L’affermazione identitaria (di neri, donne, lgbt, abitanti delle periferie) è un componente importante di questo attivismo, per uscire dalla riduzione al silenzio e dall’invisibilità alle quali queste popolazioni sono state relegate. Resta da vedere come queste forme di attivismo e di lavoro resisteranno all’onda conservatrice che travolge il paese, una congiuntura politica drammatica e francamente reazionaria che si propone colpire soprattutto i settori della popolazione che hanno osato sfidare i privilegi, il razzismo strutturale, la segregazione che da sempre caratterizzano la società brasiliana, nel momento in cui programmi e politiche pubbliche di finanziamento, stimolo, promozione saranno estinti.
  • 其他摘要:Entrepreneurship and cultural activism in brazilian peripheries. Periferias, favelas, hills, areas of special interest, subnormal clusters, margins. There are several expressions used in Brazil to name regions of the city in order to demarcate their alterity in relation to the "centers". Place of the fault (of services, opportunities, public policies, State), of violence, of the "plundering" in opposition to the places of the city where the social life that matters. The peripheral regions have always been seen as places of "authenticity", of cultural richness, of the sonority of samba, of popular inventiveness, of struggle and resistance. In the last decade, this positive image has been fed by the diffusion and effervescence of artistic and cultural practices (hip hop, graffiti, sarahs, theater collectives, new dance styles, audiovisual production), as well as by a discursive regime aimed at celebrating "creative" abilities and the enterprising talents of its residents. In the context of neoliberal rationality, these supposedly "resilient" virtues became the model of "good practices". In the text, I propose to describe the peripheral cultural scene and its multiple assemblages, in the context of the profound transformations that occurred in Brazilian cities in the years of the governments of the Workers' Party. In particular argument about the emergence of a new figure of worker, the cultural entrepreneur activist and his "career would run," that is, the specific ways in which his work activities and militancy decline.
  • 关键词:periphery; favelas; Brazil; entrepreneurial spirit; cultural production;suburban cultures;young people
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