摘要:Università degli Studi di Milano. Chi studia la comunicazione è spesso preso tra due pericoli opposti: da un lato, il rischio di sottovalutare l'influenza dei media, riducendoli a condutture asettiche lungo le quali i messaggi scorrono incontaminati; dall'altro lato, il rischio di sopravvalutare il ruolo dei media, attribuendogli il potere di determinare il corso della comunicazione e in ultima istanza dell'intera società. Da un lato, il pericolo di disconoscere gli effetti degli schermi mediatici; dall'altro, il pericolo di nascondere la complessità dei fenomeni comunicativi sotto la coperta dell'influenza mediale . Chi studia la comunicazione si trova nell'imbarazzo in cui dovette trovarsi Bertoldo, protagonista di una celebre opera della tradizione ciarlatanesca italiana. Ne Le sottilissime astuzie di Bertoldo (1606) di Giulio Cesare Croce, Re Alboino ordina a Bertoldo di presentarsi l'indomani "né nudo né vestito". Per obbedire al comando, Bertoldo ritorna il giorno seguente "involto in una rete da pescare". Vedendolo così abbigliato il Re lo incalza: Re: Perché sei tu comparso così alla presenza mia? Bertoldo: Non dicesti tu ch'io tornassi a te questa mane e che io non fosse né nudo né vestito? Re: Sì, dissi. Bertoldo: Ed eccomi involto in questa rete, con la quale parte copro delle membra, e parte restano scoperte. Txell Miras, giovane stilista spagnola, ha trovato una soluzione più elegante al paradosso di Re Alboino. Nell'edizione 2006 della Pasarela Gaudi di Barcellona, la Miras ha presentato l'abito ritratto in figura 1. Con più efficacia di un trattato di semiotica, questo vestito ci ricorda che la relazione tra segno e referente non è una semplice relazione d'identità. Per quanto si assomiglino, per quanto siano contigui, la fotografia e il corpo della modella non sono la stessa cosa. Anzi, almeno in questo caso, la funzione dell'immagine è esattamente quella di sottrarre il referente all'osservazione diretta. Il segno vela il suo riferimento proprio quando lo indica più chiaramente. Coperte dal quadro della fotografia, le forme della modella non sono immediatamente accessibili allo sguardo. Allo stesso tempo, tuttavia, è evidente che l'abito non è ideato per nascondere il fisico dell'indossatrice. Al contrario, la mise ha il compito di incorniciare e mettere in risalto la bellezza della ragazza. Come in ogni defilé, infatti, il vero oggetto dell'esposizione non sono le indossatrici, ma gli abiti che indossano. Inscrivere il corpo della modella nella materia del vestito è dunque l'unico modo per trasformare quel corpo da semplice supporto o manichino in oggetto dell'attenzione. Né il gioco di specchi tra segno e referente finisce qui. Per noi (come per tutti coloro che non erano presenti alla sfilata) è assolutamente indifferente che l'immagine schermi il corpo della modella, giacché, in ogni caso, vestito e indossatrice ci si presentano attraverso la mediazione fotografica.