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文章基本信息

  • 标题:[SPS Conference June 2009 - Practical training in general health and mental health facilities] - Report 3 – Practical training in health facilities and at Mental Health Centers.
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  • 作者:Simona Bernardini ; Antonella Giornetti
  • 期刊名称:Rivista di Psicologia Clinica. Teorie e metodi dell'intervento
  • 电子版ISSN:1828-9363
  • 出版年度:2009
  • 期号:1
  • 页码:25-26
  • 出版社:Rivista di Psicologia Clinica
  • 摘要:Nel presente lavoro proporremo alcune questioni che abbiamo affrontato nella nostra esperienza di tirocinio svolto presso il Servizio di Accoglienza del Centro di Salute Mentale della ASL Roma D. Partiremo dal modo in cui ci siamo occupate di alcune domande giunte al servizio per ripensare alcuni aspetti del funzionamento organizzativo del servizio stesso. Il servizio di accoglienza del CSM della Roma D ha la peculiarità di organizzarsi su interventi limitati ad 8 colloqui psicologico-clinici. L’accoglienza, così organizzata, non si propone come un sistema di filtro ad altri specialisti ma istituisce una proposta clinico-organizzativa: attraverso interventi limitati ad 8 colloqui, il CSM chiede di essere guardato con la propria dimensione di limite. E’ possibile un parallelismo tra l’esperienza del tirocinante nel CSM e l’esperienza del paziente nel servizio di accoglienza: entrambi, dentro un’appartenenza limitata nel tempo, possono sperimentare che il tempo, pensato nella propria dimensione di limite, diventa la risorsa da cui guardare al problema ovvero l’opportunità di allargare la dimensione duale, implicita nel rapporto psicoterapeutico, entro la dimensione contestuale. Non solo il tirocinante ed il paziente, dunque, ma anche il contesto del CSM e il sistema sociale di riferimento diventano centrali perché l’intervento possa avere efficacia, proprio nel tentativo di connettere sintomi e sistemi sociali, di esplorare possibilità di sviluppo. Proponiamo un caso esemplificativo di come sia stato possibile muovere le risorse in un’ottica di sviluppo, utilizzando il limite come criterio che organizza il modo in cui trattare una domanda. In particolare, presentiamo un caso che offre l’occasione di riflettere su come esso possa essere assunto e simbolizzato: sul rischio che il limite assuma una dimensione valoriale ed adempitiva anziché sulla possibilità che esso costituisca la risorsa attraverso cui costruire una separazione, ovvero, per usare le parole del paziente, “la capacità di pensare la propria solitudine”.
  • 其他摘要:In this paper we will discuss some issues we encountered in our practical training experience at the Reception Service at the Mental Health Center of the local health area in Rome, ‘ASL Roma D’. We will start with the way we dealt with some demands addressed to the service, and then reconsider some aspects of the organisational functioning of the service itself. The Reception service at the Roma D Mental Health Center is unusual in that it is organised around a maximum of 8 clinical psychology interviews. Assistance organised in this way does not serve as a system for filtering towards other specialists, but establishes a clinical organisational service: through interventions limited to 8 interviews, the Mental Health Center wants to be considered with its own particular limit. A parallel can be drawn between the trainee’s experience in a Mental Health Center and the patient’s experience at the Reception service: having time limits on their experience, they can both find that time, in its sense of limitation, becomes a resource from which to consider the problem, or the opportunity to expand the dual dimension implicit in the psychotherapy relationship, in the context. It is not only the trainee and the patient, therefore, but also the context of the Mental Health Center and the related social system that need to become central for the intervention to be successful, in the attempt to connect symptoms and social systems and to explore avenues of development. The case we will present exemplifies how resources can be activated in a perspective of development, using the limit as the criterionorganising the way a demand is treated. In particular, we will present a case that gives the opportunity to think about how it can be assumed and symbolised: about the risk that the limit may take on a sense of value or duty instead of the possibility that it is a resource serving to construct a separation, or, to use the patient’s words, “the capacity to think of one’s own solitude”.
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