摘要:Gli anni Settanta rappresentano una tappa fondamentale per l’internazionalizzazione del movimento femminista. Secondo Karen Offen, si tratta addirittura del vero e proprio avvio di questi processi a livello europeo, come titola il capitolo dedicato a tale decennio nel suo Les féminismes en Europe 1 . Dopo lo choc della Comune, secondo Offen, la direzione del movimento europeo passa dalle francesi alle anglosassoni: riprende il lavoro di Maria Goegg e della sua associazione internazionale per i diritti femminili; si avvia la campagna eurofemminista – secondo l’espressione di Rina Macrelli 2 – contro la regolamentazione pubblica della prostituzione; nel 1878, infine, si svolge a Parigi, parallelamente all’esposizione universale, il primo congresso internazionale per i diritti femminili. Alla fine del congresso, Theodore Stanton intraprende la sua inchiesta sulla condizione delle donne in Europa, che sarà pubblicata nel 1884 col titolo di The Woman Question in Europe: A Series of Original Essays . A dire il vero, nella ricostruzione di Offen gli intrecci con la realtà italiana risultano piuttosto deboli o quasi assenti, in analogia con buona parte della storiografia internazionale sul primo movimento delle donne, che avvalora l’immagine di un sostanziale ritardo del primo femminismo italiano, eccezion fatta per alcune, isolate, punte d’avanguardia. Questo assunto, in realtà, contrasta in modo palese con quanto emerge nella – peraltro non ricca – storiografia italiana su questo terreno: risale allo storico giudizio di Franca Pieroni Bortolotti la tesi secondo cui nella seconda metà dell’800 le italiane svolsero nel processo di coagulo del movimento europeo di emancipazione un ruolo notevole, addirittura superiore a quello che gli internazionalisti italiani svolsero nella prima Internazionale 3 .
其他摘要:This contribution examines the relationships, during the 1870s, between early Italian feminism and international feminist associations, which were considered by historiography as the beginning of the internationalisation of the women’s movement. Based on an analysis of the magazines La Donna (1868-1891), published by Gualberta Alaide Beccari, and Cornelia (1872-1880,) published by Aurelia Cimino Folliero, this essay shows that, up to the 1880s, the magazines acted as a substitute for voluntary organisations in Italy, when it came to providing links with international activities. The study also shows that, although both magazines were associated with the European pacifist movement, their stances were significantly different with regard to regulated prostitution, and that national specificities were often cited as the reason for the lack of support for Josephine Butler’s British and Continental Federation for the Abolition of Prostitution.