Scrive Oliver Ertzscheid [1] in un articolo su Le Monde [2] dal titolo “Disco rigido - disco inutile”, sottotitolo opportunamente (tradotto e) reinterpretato “intromissioni inevitabili” [3] : “Quando i motori di ricerca hanno cominciato ad indicizzare i contenuti dei dischi rigidi, non ho detto niente, perché non si trattava del mio disco rigido; quando sono andati a fare pubblicità mirata, non ho detto niente perché non era la mia posta.