摘要:Se in una giornata uggiosa ci ritrovassimo a camminare sotto la pioggia battente e voi mi diceste con sorriso beffardo: «Che bella giornata di sole!», non avrei molte difficoltà a cogliere l’intento ironico di affermare che quella giornata non è bella per niente. Capire l’ironia è invece un processo cognitivo piuttosto complesso che richiede la decodifica di ciò che il parlante ha detto letteralmente e il riconoscimento di una certa espressione facciale e di un tono di voce particolarmente cadenzato. Inoltre cogliere l’intenzione ironica implica la comprensione non solo del fatto che il parlante non intendeva dire ciò che ha detto letteralmente, ma anche che il parlante sapeva che il suo interlocutore sapeva che non intendeva essere inteso letteralmente. Non è facile dare una definizione di ironia che tenga conto dei vari aspetti, linguistici e psicologici, di questo fenomeno pragmatico. Nel presente saggio, si vorrebbe mostrare in particolare che l’ironia riguarda il pensiero in almeno due sensi: la comprensione dell’ironia richiede un processo piuttosto complesso di pensiero sul significato dei proferimenti altrui e l’oggetto stesso dell’ironia è un pensiero attribuito ad altri. Nella prima parte del saggio, prenderemo in esame la definizione data dalla retorica classica, secondo la quale l’ironia consiste nel dire l’opposto di ciò che si vuole intendere. Come vedremo, la definizione data dalla pragmatica moderna non si discosta molto. Si dimostrerà innanzitutto che le due posizioni teoriche condividono una duplice implausibilità: linguistica e psicologica. In seguito, si prenderanno in considerazione tre teorie alternative (Teoria della negazione indiretta, Teoria della finzione, Teoria ecoica) che cercano di definire piuttosto l’oggetto dell’ironia. Sosterremo l’ipotesi secondo la quale l’oggetto dell’ironia è un pensiero attribuito ad uno o più interlocutori che il parlante vuole criticare, mettere in discussione o in evidenza, con delle finalità esclusivamente sociali. L’ironia risponderebbe cioè all’esigenza di comunicare in modo più fine e sottile il proprio pensiero rispetto al pensiero altrui.