摘要:La prima lezione del ciclo che Deleuze dedica a Kant nel 19781 e il primo capitolo de La filosofia critica di Kant (PhK) iniziano con l’analisi dell’a priori. La scelta nasce certamente da un’esigenza didattica che porta Deleuze a centrare immediatamente il nodo focale della sua analisi: a suo avviso, lo sforzo teorico kantiano più importante è quello di spiegare l’accordo tra determinazioni concettuali e determinazioni spazio-temporali. Il punto di partenza privilegiato di questa ricerca non può che essere il soggetto trascendentale, dato che le categorie da una parte e lo spazio e il tempo dall’altra sono le sue dimensioni costitutive. In primo luogo occorre sciogliere un equivoco che permetterebbe di semplificare il problema, ovvero bisogna mostrare che lo spazio e il tempo non sono riducibili a predicati universali. Come dimostrazione dell’esistenza di differenze non concettuali, Deleuze cita l’esempio kantiano (contro Leibniz) di due mani identiche, sussumibili sotto lo stesso concetto, eppure empiricamente diverse. D’altronde, è naturale pensare che nel momento in cui il concetto racchiude più elementi empirici sotto di sé, questi si differenzino tra loro per cause non concettuali.2 Ci sono due modi per affrontare il rapporto tra i concetti e le determinazioni spazio-temporali: si può andare da una posizione spaziotemporale a un concetto o dal concetto alla posizione spazio-temporale. Nel primo caso parliamo di sintesi, viceversa di schema.