Il recente successo di film come The Artist di Michel Hazanavicius, Hugo di Martin Scorsese e War Horse di Steven Spielberg dimostra una rinnovata attenzione verso la storia del cinema, dalle origini al periodo classico. Si tratta di una tendenza rinvenibile sempre più facilmente nell'epoca del digitale e della vita virtuale del film e che conferma quanto le articolazioni narrative e le pratiche spettatoriali – pur nel mezzo di strepitosi cambiamenti – siano rimaste largamente immutate. Lo studio della citazione all'interno di questi tre film ci permette non solo di coglierne il funzionamento e l'atteggiamento nei confronti dei testi e dei contesti cui si riferiscono, ma soprattutto di valutare l'effettiva riuscita dei discorsi metatestuali impostati dai loro autori.
The recent success of films such as The Artist by Michel Hazanavicius, Hugo by Martin Scorsese and War Horse by Steven Spielberg shows a renewed interest in the history of cinema, from its origins to the classical period. Ever easier to identify in our digital era when film enjoys a virtual existence, this trend confirms how narrative articulations and audience practices have largely remained unchanged, despite the extraordinarily wide-ranging transformations which have recently affected the medium. The study of quotation in these three films not only allows us to grasp how they work and interact with the texts and contexts they refer to, but above all to evaluate the effective result of the metatextual discourses formulated by their authors.