Il saggio analizza i princìpi letterari, etici e religiosi in base ai quali il Furioso è citato da quattro commentatori danteschi del Settecento. Francesco Laino, Giovannantonio Volpi, Pompeo Venturi e Baldassarre Lombardi contribuiscono così a sancire la fortuna editoriale e scolastica del poema ariostesco, senza escludere forme estreme di censura preventiva. I loro esercizi di riscrittura e di critica testuale e interpretativa hanno una profonda e poco indagata influenza sia sulla formazione del canone volgare del secolo XVIII, sia sulla revisione degli strumenti tradizionali di analisi linguistico-letteraria, come il Vocabolario della Crusca, ridiscusso da Vincenzo Monti e Giacomo Leopardi.
This essay analyses the literary, ethical and religious principles on the basis of which four eighteenth-century Dante commentators chose to extrapolate and mention excerpts from Orlando Furioso. Francesco Laino, Giovannantonio Volpi, Pompeo Venturi and Baldassarre Lombardi contributed to sanction the editorial and didactic fortune of the Ariostean poem, without excluding any extreme forms of preventative censorship. Their exercises in rewriting and textual / interpretative criticism had a profound and scarcely examined influence both on the construction of the nineteenth-century national canon and the revision of the traditional tools of linguistic/literary analysis, such as the Crusca vocabulary which Vincenzo Monti and Giacomo Leopardi discussed afresh.